Gelido vento d'Agosto-
inverni bruciati dal sole-
salpo su mari d'inchiostro, navi che viaggiano senza timone nè direzione-
scorgo l'altrove-
discorsi privati delle parole-
giacciono in fondo, come relitti affondati adagiati su prati di posidonie-
scrivo, gergo animale, crepuscolare, culla di idiomi-
strade deserte-
musica triste, Corrado Govoni-
rifinisco gli assiomi-
ridefinisco i tuoi nomi-
il corpo sciolto nel grigio, di un pomeriggio senza colori, dove ingialliscono i fiori-
gli occhi da ninfa come la linfa che tinge boccioli-
soldi, scale sociali, scritti carnali, fuori dai fari dei riflettori-
pagine bianche, musica cruda che buca e si sposta-
anime stanche, anime salve, ombrelli sotto la pioggia come Kokoschka-
Bridge:
Quando asciughi i miei occhi e sostieni la testa nei giorni più bui (bui)
quando i sensi li tocchi e mi scavi più dentro dei vermi (vermi)
quando l'anima giace lacera, sui letti di chiodi-
nodi legati più stretti-
quando ti perdi e ti cerchi, ma non ti trovi...
Rit. X 2:
Sei la croce che porto al collo da quando mi hai chiesto di farlo-
il motivo più grande per scrivere, quando non so dove sto andando-
il motivo per vivere in questo recinto d'asfalto-
le tue radici spaccano mura e si estendono in alto, ora che si sta annuvolando-
2Nd Verse:
Cassa e rullante, pioggia di sangue, non siamo ad Harlem-
fuori di qui-
vivo distante, resto in disparte, da questa massa di stupidi Mc's-
sorgo dai ruderi di vecchie scuole-
sacrificato ad un unico emblema-
anonimati sulla bandiera, contro una schiera di paraculati!
Io non critico, osservo-
più di dieci anni nel tempio-
più di centro grammi nel teschio-
più di un sogno allevato nel freddo, lasciato scoperto,
duro l'inverno nel regno dei disadattati-
all'ombra del duomo, i lampioni, i selciati-
Milano e la china dei suoi letterati-
ha mille microfoni per mille bocche, Nyarlathotep-
cerco il fuoco primigeno-
torce piantate sopra la grande piramide-
un presente che sfuma come le macchie di Rorschach, volto di Rorschach-
pioggia che scroscia-
sulle mie guance e pulisce le lacrime-
io quel giorno ti ho perso, nascosto dietro i miei demoni-
labbra cucite, suoni ovattati, come boati negli oceani-
ora ricreali quei giorni, e ricreami dei sogni, e ricreati-
dalla guerra che prima ci ha steso e dopo ci ha reso più forti e vi ha reso più deboli.
Rit. X 2:
Sei la croce che porto al collo da quando mi hai chiesto di farlo-
il motivo più grande per scrivere, quando non so dove sto andando-
il motivo per vivere in questo recinto d'asfalto-
le tue radici spaccano mura e si estendono in alto, ora che si sta annuvolando-
Hi ev'one, my name is William Wilson. I live in Italy (Lodi) and writing songs since I was thirteen. I discovered Hip-Hop
culture many years ago and still I try to use it to save my life. My latest work is called "Lavenbergi", take a walk on my Bandcamp and enjoy it!...more